Monday, January 2, 2012

La lingua

Quando ero ancora in italia mi capitava spesso di avere ospiti da Couchsurfing e parlare in inglese per ore o giorni. Non ho mai avuto probemi a farlo negli ultimi anni e potevo parlare di qualsiasi cosa.
Ora sono a Londra, lavoro in un ufficio con londinesi, parlo in inglese tutto il giorno e la sensazione è completamente diversa.

Se sto lavorando su qualcosa di complesso, se devo pensare per risolvere un problema, devo forzarmi e concentrarmi per farlo in italiano. Sfortunatamente il linguaggio è profondamente collegato al pensiero.

La sera sono stanco, inizio a confondere le parole, la frustrazione per non poter dire esattamente le frasi che voglio è enorme. Le mie aspettative e la mia voglia di comunicare è aumentata a dismisura, voglio le stesse sfumature che ho nella mia lingua, la possibilità di dire "le tenebre della camera erano rischiarate dalla flebile luce di una candela" e non "la stanza era buia e una candela ondeggiava la sua piccola luce nella stanza".

Amo molto la mia lingua, ho vissuto con una persona fantastica negli ultimi mesi prima di partire e non ho certo la sua capacità di scrittura, ma il mio livello mi piaceva, le parole rare erano piccole perle che miglioravano una frase.

L'altro giorno, in piena depressione in cui pensavo che non sarei mai potuto vivere per sempre all'estero, che come la tua lingua non potrai mai parlare in un'altra lingua se non forse dopo 10 anni, perchè le parole non hanno solo un significato fisico ma anche uno spirituale/emozionale, ho visto la luce della speranza. Qualche parola detta in inglese mi suonava familiare, mi suonava la mia lingua, mi suonava naturale.

Non parlo del capire senza tradurre, o del pensare in un'altra lingua, o di cazzeggiare in un'altra lingua, parlo di quella sensazione di sentirsi a casa che non avrei mai potuto capire se non l'avessi provata dopo mesi qui a Londra. Spero di riprovare questa sensazione molto presto, sono stati piccoli momenti meravigliosi.

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